
Internazionalizzazione e globalizzazione non significano la stessa cosa
Viviamo in un mondo che non è mai stato così interconnesso. Non solo grazie a internet ma anche alla facilità con cui possiamo viaggiare (i costi, ad esempio, sono molto inferiori rispetto al passato) e al progresso tecnologico che ha reso il Pianeta più piccolo in un tempo davvero breve.
Una vera e propria rivoluzione che non poteva non interessare anche le aziende che, per stare al passo con il cambiamento, hanno dovuto adattarsi a un mercato con confini decisamente più ampi rispetto a quelli in cui operano fisicamente.
Tali cambiamenti hanno portato a uno sviluppo della terminologia della strategia aziendale e spesso sentiamo parlare di internazionalizzazione e globalizzazione. I due termini, infatti, non sono sinonimi, come potrebbe sembrare: in un dizionario può succedere di trovare lo stesso significato ma rappresentano due fasi diverse dello stesso processo aziendale.
GLOBALIZZAZIONE
La globalizzazione è l’obiettivo finale di un’azienda che vuole proporsi a un mercato senza confini. Ad esempio, lo è per chi progetta un’APP o un sito web per un pubblico mondiale, permettendo agli utenti di usufruirne in più lingue.
Ed è chiaro che, data la capacità di diffondersi del web e delle APP in ogni aspetto della nostra vita, una solida strategia di globalizzazione è di importanza fondamentale per qualsiasi impresa di oggi, non solo digitale.
Tuttavia, un sito o un’APP che sappia parlare molte lingue non è un processo che si sviluppa da sé. Richiede gli sforzi combinati di più figure: copywriter, designer e sviluppatori web. Quindi, per raggiungere l’obiettivo della globalizzazione, le aziende devono prendere in considerazione altri due processi minori: l’internazionalizzazione già citata e la localizzazione.
INTERNALIZZAZIONE
Stando a quanto appena scritto, l’internalizzazione è un passaggio essenziale per giungere all’obiettivo della globalizzazione.
Ritornando all’esempio delle APP e dei siti web, ciò consiste nell’uso di una sola lingua – l’inglese globale – in modo tale che successivamente sia facile da tradurre in altre e varie lingue. Le frasi devono essere brevi, il vocabolario limitato e così il processo di traduzione sarà più veloce e costerà di meno. Inoltre, internazionalizzare un’APP significa che bisogna progettarla in modo tale che possa compiere azioni in diversi formati temporali (l’ora di New York non coincide con quella di Pechino) e valute (euro, dollaro, yen…).
Quindi, quando avremmo progettato un’applicazione o un sito a livello internazionale, allora stiamo per giungere alla globalizzazione. Ma non basta.
LOCALIZZAZIONE
Dopo l’internalizzazione del sito web e/o dell’APP, comincia la fase della localizzazione, ovvero la traduzione in altre lingue.
Questo processo richiede un tempo maggiore rispetto a quella precedente e ha un importanza cruciale in chiave marketing: la localizzazione consente al testo di essere comprensibile in altre lingue e che il messaggio sia recepito nella stessa maniera a prescindere se l’utente sia tedesco o giapponese.
Se l’internalizzazione è stata affrontata in maniera corretta, allora la localizzazione sarà un processo fluido e rapido. Altrimenti, sarà più lento del previsto (con conseguenti danni economici).
Dopo che un sito è stato internazionalizzato e localizzato, è completamente globalizzato.
Sebbene a prima vista questo processo possa sembrare complicato, la globalizzazione è alla portata di ogni azienda.
In pratica, ci vogliono le risorse giuste, facendo molta attenzione alla traduzione dei prodotti. Solo così potremmo raggiungere davvero ogni mercato.
LA DEFINIZIONE DI HERMAN E. DALY
Un’altra definizione importante di internazionalizzazione – con la relativa distanza dalla globalizzazione – è quella offerta nel 1999 (quando il mondo digitale era alle porte) – dall’economista statunitense Herman E. Daly, oggi 80enne.
Per lo studioso, infatti, dal punto di vista degli affari, l’internazionalizzazione è sempre ben altra cosa rispetto alla globalizzazione. Sì, perché ci si riferisce all’importanza ormai consolidata del commercio internazionale, delle relazioni internazionali, dei trattati, ecc. L’unità di base, in questo caso, resta la Nazione anche se diventano sempre più necessari e importanti i rapporti tra le Nazioni. La globalizzazione, invece, si riferisce all’integrazione economica di molte economie precedentemente nazionali in un’unica economia globale, principalmente attraverso il libero scambio e la libera mobilità dei capitali ma anche tramite una migrazione facile o incontrollata. Si tratta dell’effettiva cancellazione dei confini nazionali per fini economici. Il commercio internazionale (regolato dal vantaggio comparato) diventa commercio interregionale (governato dal vantaggio assoluto). Quello che era molti diventa uno.
Diego Granese